Future

La Campania dei cervelli

Collaborazioni sempre più efficaci con le eccellenze del territorio, è uno degli obiettivi principali del nuovo Campania Engineering Center di Avio Aero che punta l’innovazione sostenibile.

May 2021

Nessun’epoca più di quella che stiamo vivendo oggi, con le sue sfide e complessità in tema di salute, ambiente e società globale, per esempio, può dimostrare con tanta efficacia quanto la capacità umana di collaborazione e il coordinamento tra scienza e tecnologia applicata sia la chiave del successo per uno sviluppo sostenibile.

Questo vale per ogni ambito della scienza, ed è senza dubbio un fondamento del progresso nell’ingegneria aerospaziale o aeronautica: infatti, la scienza che si studia negli atenei e si coltiva nei centri di ricerca sta alla base dell’innovazione nei processi industriali come ovviamente nei prodotti che fanno evolvere prestazioni e caratteristiche di ogni velivolo e dei suoi propulsori.

Non è dunque una novità che il settore industriale sia imprescindibilmente legato al mondo accademico, sul piano della ricerca e formazione dei talenti come su quello della ricerca e sviluppo. Ed è in tal senso virtuoso per l’industria dell’aviazione, il modello di networking costruito da Avio Aero negli anni che oggi si esprime in tutta la sua consistenza nell’EU Technology Development Community.

From the left, Sasha Catalini, Carlo Silvestro and Gianluca Scognamiglio in the hall of Avio Aero Pomigliano.

“La Campania è una regione storicamente ricchissima di imprenditorialità, perciò di tessuto industriale e anche di creatività, è risaputo,” dice Carlo Silvestro, Campania Engineering Center Leader. “Per quel che riguarda il nostro mondo aeronautico, ci sono grandi, piccole e medie imprese di alto valore che operano in Campania e questo grazie alla presenza di storiche istituzioni universitarie, come la Federico II e diverse altre, ma anche di centri di ricerca di assoluta eccellenza. E la nostra azienda è di fatto l’unica in Campania specializzata nella propulsione, ovvero nel sistema e nelle singole componenti motore.”

Con l’Università di Napoli citata da Silvestro, lo stabilimento di Avio Aero a Pomigliano collabora da diversi anni, in particolare nell’ambito dei processi industriali nonché sul lato digitale. Inoltre, la Federico II è membro della community tecnologica europea di Avio Aero e partner per la formazione della facoltà di ingegneria in virtù di un corso di laurea speciale.

L’università napoletana è uno degli interlocutori del nuovo centro ingegneristico guidato da Silvestro, che si pone l’obiettivo di intensificare e accrescere l’efficacia delle collaborazioni con università, centri di ricerca e PMI della regione meridionale. Obiettivo perseguito attraverso la leva su competenze di progettazione, sviluppo, certificazione per diversi moduli e componenti di motori aeronautici e capacità industriali del sito campano di Avio Aero.  

Contiamo su un team di circa 50 ingegneri e la nostra expertise spazia tra moduli combustori, post combustori, strutture in lamiera, componenti delle turbine di bassa pressione per motori sia civili sia militari, e poi abbiamo anche competenze sperimentali piuttosto avanzate

“Contiamo su un team di circa 50 ingegneri e la nostra expertise spazia tra moduli combustori, post combustori, strutture in lamiera, componenti delle turbine di bassa pressione per motori turboventola, turbogetto e turboelica sia civili sia militari”, prosegue Silvestro. “E poi accanto al design e lo sviluppo, abbiamo competenze sperimentali piuttosto avanzate, insieme a impianti anche di dimensioni notevoli, che concernono i moduli come l’interno motore aeronautico.”

Le attività di sviluppo più recenti del Campania Engineering Center insieme alla Federico II, per esempio, ruotano intorno alle simulazioni di processi di produzione innovativi, alla fluidodinamica e all’integrità strutturale, ma c’è anche altro di cui le menti brillanti della Campania stanno discutendo.

“Stiamo mirando a collaborare con diversi attori allo sviluppo di tecnologie innovative focalizzate sulle nostre competenze motoristiche” spiega Silvestro, “ad esempio, i combustibili alternativi (SAF), la propulsione ibrido-elettrica, a idrogeno o, nella fattispecie, il lavoro sulla simulazione di processi speciali di manufacturing che stiamo portando avanti”.

Tale simulazione dei processi industriali in Avio Aero punta all’ulteriore digitalizzazione e alla sostenibilità dei processi stessi: in concreto, permette di preparare e definire processi di lavorazione o meccanici per i componenti di motore simulando digitalmente la maggior parte delle operazioni. Dunque, lo spreco di materiali e i tempi sono decisamente ottimizzati.

Ma nella mente degli ingegneri di Pomigliano c’è anche l’ambizione di costruire un nuovo joint-lab stavolta in Campania: “abbiamo avviato nuove conversazioni con le eccellenze locali della ricerca, e le idee sul tavolo sono molto allettanti”, aggiunge Silvestro. “Qui in Campania potrebbe nascere il settimo laboratorio italiano di Avio Aero condiviso con l’università o i centri di ricerca. E sarebbe distinto dai sei laboratori che già da alcuni anni operano in Italia, poiché si concentrerebbe su discipline e missioni innovative oltre che votate alle sfide più attuali.”

I joint-lab italiani di Avio Aero - due presso il Politecnico di Torino, due presso quello di Bari, uno insieme all’Università di Firenze e uno con quella di Pisa - promuovono infatti collaborazioni tecnologiche basate sullo sviluppo di nuovi motori (ad esempio, al TAL con studi su componenti del GE9X e del Catalyst) e, cosa più importante, hanno agevolato lo scambio di conoscenze e competenze in favore di giovani talenti affiancati da esperti professionisti nei laboratori presso le Università. Un’occasione di crescita professionale e, per alcuni, persino un’opportunità di distinguersi nelle tecnologie per l’aviazione globale.

Illustrations in page are by Margherita Fruscoloni Morello.