Future
Gli effetti del network
Come le partnership tra azienda, università e piccole-medie imprese aiutano le nuove idee e i giovani talenti a spiccare il volo.
Jun 2018
Pochi posti al mondo rappresentano la rapida evoluzione della stampa 3D meglio della splendente fabbrica futuristica di Avio Aero a Cameri (Novara). All’interno di questo stabilimento, infatti, si trovano una ventina di stampanti 3D di un colore nero luccicante, grandi come un armadio a un’anta. Al loro interno, un potente fascio di elettroni avvolge sottili strati di una lega di titanio e alluminio in polvere, fondendoli e formando la pala rotorica del motore GE9X, il più grande motore civile del mondo. Queste pale, che girano fino a 2500 volte al minuto all’interno del componente più caldo del motore e pesano la metà rispetto alle stesse in acciaio, fanno sì che il nuovo motore GE9X sia più efficiente per consumo carburante del 10% rispetto al suo predecessore, il GE90. Un risultato importante, considerato che in media il consumo carburante pesa per il 19% sui costi operativi delle linee aeree.
L’attivissimo stabilimento di Cameri, gioiello di Avio Aero, deve il suo successo anche una esclusiva partnership per lo sviluppo della ricerca e del business che comprende università, brillanti piccole-medie imprese e alcune istituzioni governative. Questa cooperazione ha permesso ad Avio Aero di crescere nel campo della stampa 3D. “Capimmo subito che per rimanere al vertice della ricerca industriale era necessario costruire un ampio network di collaborazione”, dice Franco Tortarolo, che guida i programmi di ricerca in Avio Aero. “Quello che si vede a Cameri è in parte frutto di questo progetto”.
La partnership, che cominciò nel 2000 con l’Università di Pisa, oggi conta circa 20 università in Europa e anche negli Stati Uniti, oltre a una dozzina di piccole-medie imprese (PMI). Le università contribuiscono con una solida base di talenti ingegneristici e idee, che poi il network può sviluppare e accrescere attraverso nuovi prodotti o progetti. Avio Aero indirizza il network verso il mercato e l’industria, in modo da concretizzare le buone idee nel minor tempo possibile.
“Collaboriamo all’interno del network Avio Aero dal 2005, godendo dell’opportunità di coinvolgimento nell’introduzione di nuovi prodotti e tecnologie che affronteranno la sfida dell’innovazione nei prossimi dieci anni”. Andrea Romiti è Founder & CEO di APR, una PMI specializzata nella produzione di componenti e accessori per motori e strutture aeree. “Siamo coinvolti nelle più interessanti piattaforme di ricerca Europee: oltre che su tecnologie di produzione innovative come quella per le pale del GE9X attraverso il processo di Electron Beam Melting”.
Oggi, Tortarolo trascorre buona parte del suo tempo al Politecnico di Torino, dove Avio Aero ha aperto un nuovo centro per la stampa 3D metallica, il Turin Additive Lab (TAL). Situato nella bellissima e riqualificata area industriale di Torino, un tempo destinata alla riparazione delle locomotive, il laboratorio ospita una delle nuove macchine Concept Laser.
Lo scopo del laboratorio verte su due fronti: far familiarizzare gli studenti con la stampa 3D e preparare i talenti per le industrie che desiderano sviluppare questi processi innovativi. Secondo il GE Innovation Barometer, l’offerta di lavoro per questi talenti è altissima. Per esempio, il 91% dei direttori esecutivi delle aziende intervistate ha dichiarato che la stampa 3D può portare benefici alla creatività tra gli ingegneri, ma deve ancora raggiungere il suo massimo potenziale a causa della formazione ancora poco avanzata. Per questo, molti giovani ingegneri che lavorano con l’additive manufacturing (come viene chiamata industrialmente la stampa 3D), stanno imparando sul lavoro. “Quando mi sono laureato non esisteva ancora nessun corso di additive manufacturing” ha detto uno dei designer di componenti fatti in additive per il nuovo motore turboprop GE Catalyst, Massimo Giambra.
Oggi invece, proprio grazie alla partnership tra Avio Aero e Politecnico di Torino – come per altre università in Puglia e Campania – esiste un Master in Advanced e Additive Manufacturing per neolaureati in ingegneria. Pietro Signoretto e Cesare Stranges, sono i due primi Additive Specialists del TAL che hanno completato questo Master. La loro avventura con l’additive manufacturing è partita, però, ben prima della laurea: “ho iniziato a lavorare in una fabbrica che faceva fusioni mentre completavo la tesi di laurea; ed è lì dentro, a contatto coi processi industriali tradizionali, che ho compreso quanto l’additive avrebbe potuto essere rivoluzionario nella risoluzione di alcune tipiche difficoltà industriali, ma la filosofia del management in quella fabbrica non era molto improntata al cambiamento” dice Pietro Signoretto. “Così ho chiesto ai miei professori se ci fosse stata qualsiasi possibilità di formazione e lavoro a contatto con le nuove tecnologie, e mi proposero la collaborazione con Avio Aero. Dopo un anno al TAL, l’azienda mi ha proposto di seguire il Master in Additive Manufacturing con il Politecnico”.
"il passaggio dai libri universitari al lato pratico è stato abbastanza forte, ma adesso capisco dove siamo a livello industriale e, ancor più importante, dove stiamo andando."
Cesare ha frequentato lo stesso Master: “mi ha permesso di avere una visione più ampia del mondo della produzione industriale, così da comprendere anche le scelte dell’azienda in ambito di stampa 3D e anche dello stesso laboratorio” dice. “All’inizio il passaggio dai libri universitari al lato pratico è stato abbastanza forte, poiché non sapevo cosa significasse lavorare in azienda. Ma adesso capisco dove siamo e, ancor più importante, dove stiamo andando.”
Il TAL attualmente ha accolto tre nuovi ricercatori universitari, e tanti altri stanno esplorando le tecnologie additive grazie a questo tipo di corsi nelle Università di Firenze, Milano, Napoli, Genova e Bari, dove Avio Aero ha costruito un laboratorio molto simile che però si concentra su tecniche additive per la riparazione di componenti di motori aerei quali Cold Spray e Laser Deposition.
Di recente, Tortarolo ha cominciato a lavorare maggiormente con le università europee, e sta pensando di espandere il network con quelle americane, in particolare con la Virginia Tech. “Sono soddisfatto di come siamo connessi” dice, “i ricercatori vogliono pubblicare i loro risultati in ambito accademico, le PMI e le aziende come noi cercano invece applicazioni per nuove tecnologie, e i governi possono creare più lavoro in questo modo. È un modello vincente per tutti.”