Culture
Il filo di Arianna
Dalla base di Cameri, l’incontro con una delle specialiste dell’Aeronautica Militare che lavorano insieme ai nostri team per assicurare prontezza ed efficienza dei potenti motori dei Typhoon italiani.
Apr 2022
L’Aeroporto militare di Cameri (Novara) è un importante base operativa che ospita il 1° Reparto Manutenzione Velivoli dell’Aeronautica Militare. Qui arrivano da ogni parte di Italia gli aerei militari che necessitano di un’ispezione dopo migliaia di ore di servizio: al lavoro, insieme ai tecnici militari, ci sono anche i professionisti di Avio Aero assegnati alla revisione e manutenzione delle flotte di motori EJ200.
“È una collaborazione consolidata quella che ci vede sul campo”, ha affermato Massimiliano Corsi, Military Programs Leader di Avio Aero. “L’EJ200 è il cuore dell’Eurofighter e nel corso degli anni il servizio di manutenzione per questo importante cliente si è tramutato in una vera e propria partnership con un continuo knowledge sharing tecnologico. I nostri esperti presso le basi militari sono una risorsa aggiuntiva su cui le Forze Armate possono contare.”
E tra le fila di tecnici aeronautici altamente specializzati ci sono ormai sempre più donne, non solo sul fronte civile ma anche tra i ranghi militari. È il caso di Arianna, Aviere Capo di stanza proprio a Cameri. In qualità di Manutentore Tecnico Meccanico con qualifica di Motorista, è lei che supervisiona e certifica l’idoneità dei motori dopo il processo di revisione e manutenzione. Arianna lavora ogni giorno fianco a fianco con le persone di Avio Aero assegnate alla Direzione Lavori Propulsori.
“Non appena arrivata, mi è sembrata subito evidente l’integrazione del personale Avio Aero all’interno dei processi produttivi del reparto” ha dichiarato Arianna. “Si percepisce che il metodo di lavoro è consolidato da tanti anni di partnership che consente una piena sinergia di intenti tra i componenti militari e civili di questa Direzione per raggiungere gli obiettivi del Corpo e quindi del nostro Paese”.
Per arrivare qui Arianna ha seguito il filo del destino: un giorno, quasi per caso, ha fatto domanda come Volontario in ferma prefissata, vincendo il concorso. Pur essendo stata sempre affascinata dalla divisa azzurra, non aveva mai pensato di intraprendere questa carriera. Considerato, inoltre, che nessun suo familiare ha mai fatto parte delle Forze Armate.
“Lasciare la mia città, Taranto, e la strada che avevo già prefigurata nell’impresa di famiglia è stato sorprendente anche per me” confessa Arianna, “ma l’esitazione è durata solo un minuto perché il percorso da affrontare è stato subito molto impegnativo: dopo l’addestramento basico, i corsi di specializzazione a Caserta, un nuovo concorso da superare - per Volontari in ferma permanente – e poi l’assegnazione alle unità operative, non ho proprio avuto tempo di guardarmi indietro”.
"Spero che in futuro i numeri della presenza femminile, non solo nei corpi militari ma in tutti i ruoli tecnici, possano aumentare significativamente. È questo l’augurio che faccio ad altre ragazze della mia età"
Arianna si ritiene fortunata ad aver trovato molte compagne di viaggio, ragazze che come lei hanno deciso di intraprendere questo tipo di carriera: “più di quanto pensassi, ma sicuramente meno di quante potrebbero essere. Spero infatti che in futuro i numeri della presenza femminile, non solo nei corpi militari ma in tutti i ruoli tecnici, possano aumentare significativamente. È questo l’augurio che faccio ad altre ragazze della mia età: iniziate a prenderle seriamente in considerazione, potrebbe aprirsi un futuro di possibilità”.
Dal racconto di Arianna si percepiscono forti le contrastanti emozioni che le hanno permesso di uscire dalla sua zona di comfort come la soddisfazione nel riscontrare che la nuova vita che stava affrontando le calzava a pennello, proprio come la stessa divisa. “Anche nei momenti più difficili – come, ad esempio, il fallimento all’esame per una classe di concorso superiore che ho poi ripetuto e superato – sapevo che era quello che volevo fare. Il segreto in fondo sta tutto lì, crederci sempre” dice Arianna.
Un filo invisibile, ma ben definito e tracciato attraverso prove e traguardi, l’ha portata a lasciare il suo amato Sud per una e chissà quante altre destinazioni. Un filo che ora Arianna tiene saldamente tra le sue mani.