Humans

STEM per il cliente

Una nuova storia di donne e tecnologia, da Pomigliano d’Arco, illustra il ruolo di Gabriella che ha seguito l’intuito familiare per realizzare il suo desiderio di carriera industriale

Dec 2019

“Da bambina volevo studiare architettura…ma, nel momento della scelta del percorso universitario, mi sono lasciata guidare da mio padre, che aveva intuito i possibili sviluppi tecnologici nell’ambito dei materiali”. Gabriella Faiella, napoletana classe 1981, è attualmente la Customer Fulfillment Coordinator dello stabilimento Avio Aero di Pomigliano D’Arco ed è così che dopo il liceo intraprese il percorso di studi accademico in Ingegneria dei Materiali all’Università Federico II.

Quel percorso, subito dopo la laurea, le ha aperto le porte del mondo della ricerca e poi di quello industriale, laddove la ricerca e le competenze tecnologiche via via accresciute sul campo hanno contribuito a innovare, e anche migliorare sotto l’aspetto della sostenibilità, i prodotti fatti con quei materiali intensamente studiati negli anni universitari. Oggi opera nel settore aviazione, quello che sin dalle primissime esperienze lavorative in una realtà distintiva come Airbus aveva individuato come “il suo campo d’azione prescelto”: e sempre oggi i suo focus principali sono i clienti di questo settore, produttori di motori o di aerei, che lei segue e connette con il resto dei dipartimenti in Avio Aero.

Gabriella, in cosa consiste la attività che svolgi in azienda?

“Sono l’interfaccia tra le possibilità di produzione che l’azienda offre e il cliente: interpreto e trasmetto le sue esigenze alla fabbrica per poi tornare a confrontarmi con lui, costruendo un ciclo che chiamiamo from customer to customer.

Raccontaci il tuo percorso professionale…

“Dopo la laurea ho conseguito il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali e delle Strutture. Sono stata ricercatore ospite presso l’Università di Amburgo per circa un anno, poi l’interesse per il Project Management mi ha portata a Brema, dove sono stata prima consulente e poi Project Leader di Altran GmbH, lavorando per il dipartimento Materials and Processes di Airbus. Qui ho conseguito il titolo di Project Management Professional. Dopo quattro anni in Germania, mi sono spostata in un’azienda metalmeccanica di Salerno, dove mi sono dedicata allo sviluppo di una nuova tecnologia in ambito energie alternative, ma a febbraio 2019 sono tornata nel settore aeronautico. Ero attratta dagli alti standard qualitativi e tecnologici di Avio Aero.”

Cosa rende stimolante il tuo lavoro?

“È interessante la visione d’insieme: faccio parte del team di pianificazione, a sua volta in contatto con molti dipartimenti aziendali come la produzione, la qualità e le tecnologie. Non solo: operando nel ciclo from customer to customer si comincia ascoltando il cliente, si passa attraverso l’intero processo produttivo – dalla pianificazione del grezzo alla consegna del prodotto finito – per poi ritornare al cliente, verificando in prima persona la sua soddisfazione.”

Un personaggio illustre del mondo STEM che avresti voluto conoscere?

“Rita Levi Montalcini: Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella ‘zona grigia’ in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, […] bisogna coltivare […] il coraggio di ribellarsi.” 

Una frase che non ti piace sentire e una frase che ripeti spesso, in ambito lavorativo?

“Non amo le frasi che accusano le persone anziché attribuire i problemi alle cause reali; non è un atteggiamento costruttivo né risolutivo. Credo che la chiave del successo di un ambiente lavorativo sia lo spirito di collaborazione. Un buon inizio potrebbe essere: Che ne pensi di…?”

Dai un consiglio a una giovane studentessa che vorrebbe intraprendere una carriera in ambito STEM.

“Esperienze all’estero, tante e diverse: sono fondamentali per acquisire non solo competenze tecnico-gestionali, ma anche skill personali, come flessibilità mentale e doti di comunicazione. Curiosità: chiedersi continuamente il perché dei fenomeni, scientifici o sociali che siano. Puntare sempre al massimo delle proprie performance, nello studio e nel lavoro, per superare sempre nuovi limiti.”

Una passione sorprendente che i tuoi colleghi non immaginano?

“Temo che sia una passione troppo coinvolgente perché i colleghi non lo sappiano! Dal mio ritorno in Italia, faccio parte di un laboratorio di teatro sperimentale e non vi rinuncerei per niente al mondo. È la mia palestra per lo spirito.”