Humans

L'inclusione secondo Wineaut

L’affascinante unione di passione, inclusione e territorialità grazie a un progetto di innovazione sociale nato durante il periodo della pandemia dall’esperienza di un nostro collega.

Nov 2023

Massimo Striano è un Lead Production Quality Specialist della sede Avio Aero di Brindisi, dove ogni giorno si occupa di garantire la massima qualità di processi e prodotti come motori e parti di motore per aerei ed elicotteri.

Nella sua vita personale, Massimo è sposato con Irma e hanno un figlio di 22 anni che si chiama Samuele ed è autistico. Massimo è inoltre presidente dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Giochiamo Insieme, rivolta ad offrire a ragazzi autistici la possibilità di socializzare attraverso lo sport, e amministratore unico di Autnotout srl: un’impresa sociale, da lui creata durante il periodo della pandemia, impegnata nel valorizzare l’autismo come risorsa, e che opera in partnership con la storica azienda vinicola Cantine Risveglio di Brindisi.

Massimo, come descriveresti il progetto WineAut?
“Wineaut è un progetto di inserimento di adulti con autismo all’interno di un contesto lavorativo singolare, come solo una cantina vinicola può essere: un ambiente accogliente, sano, fatto di persone empatiche e disponibili, nel quale sentirsi accettati, rispettati e inseriti in tutti gli aspetti della produzione del vino. Elemento portante del progetto è la valorizzazione delle tradizioni, della cultura e della storia del nostro territorio, raccontata attraverso gli occhi, la voce e la passione di persone con autismo, ribaltando il concetto di normalità. Wineaut è aggregazione, amicizia, voglia di stare insieme, di sorridere, di raccontarsi, ed è anche un modello imprenditoriale replicabile, che investe sulla diversità come risorsa”.

On the left, Massimo Striano with his son Samuele.

È un progetto che ti sta molto a cuore?
“Si,  Wineaut nasce da una mia idea inizialmente come iniziativa di progetto alternanza scuola-lavoro pensata per mio figlio Samuele,  quando la pandemia ha messo a durissima prova le già fragili risorse e opportunità scolastiche in favore di studenti in condizioni di svantaggio, con la DAD (didattica a distanza, ndr.) che ha improvvisamente soppiantato il contatto diretto nelle classi, mettendo in profonda crisi, se non interrompendo, ogni possibilità di socializzazione, di scambio, di confronto tra studenti con disabilità e loro coetanei.  La possibilità di svolgere attività nella nostra cantina ha rappresentato un salvagente a cui aggrapparsi con forza e fiducia, in un contesto amichevole e senza pressioni, grazie al quale è stato possibile ricostruire lentamente quei contatti, quel processo di condivisione, quel desiderio di stare insieme così bruscamente interrotti. Conclusa la scuola, il lavoro in cantina è rimasto per Samuele un appuntamento fisso, le attività sono aumentate, si sono diversificate, sono divenute sempre più complesse e coinvolgenti e, con esse, è aumentato l’entusiasmo, accompagnato della gratificazione personale nel sentire di dare un contributo importante al successo del progetto stesso, il tutto nel rispetto dei propri tempi e capacità. Così, il semplice andare in cantina è divenuto per Samuele qualcosa di più di un modo per impiegare costruttivamente il proprio tempo, per imparare, per farsi nuovi amici: è diventato un’occasione, un’idea, un modello da estendere ad altre persone con autismo”.

Wineaut ha cominciato nel 2020, come organizzate l’attività della cantina?
“I beneficiari del progetto sono inseriti nelle attività rutinarie della cantina: questo è un traguardo importante e per nulla scontato. Ad oggi, le persone coinvolte nel progetto sono quattro ragazzi affetti da autismo. Solitamente, almeno nelle situazioni più sfidanti durante le attività in cantina, come ad esempio quelle che coinvolgono l’utilizzo di macchinari, sono necessarie altrettante figure con la funzione di tutor. È inoltre sempre presente un riferimento interno della cantina, che pianifica le attività in funzione dei carichi di lavoro e le supervisiona, occupandosi della parte puramente tecnica. La forza del progetto non sta però nel numero di persone assegnate, quanto nel fatto che, quando i ragazzi sono in cantina, inevitabilmente tutto il personale della cantina si lascia coinvolgere, come anche i clienti presenti in quel momento”.

The Wineaut harvest of wine grapes in Apulia.

Avio Aero, tramite la attività del Diversity Equity & Inclusion Council e nello specifico del Disability and Advocacy Network, da sempre promuove l’inclusione delle diversità e favorisce l’integrazione, come sei convolto in questo?
“Lo stabilimento di Brindisi, dove io lavoro, in occasione della ‘Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo’ ha aperto le proprie porte allo sport e al divertimento dei bambini con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie. In quell’occasione, due associazioni sportive brindisine - Asd Giochiamo Insieme e Brindisi Rowing Club - hanno messo a disposizione le proprie attrezzature sportive coinvolgendo tutti in un gioioso pomeriggio di giochi, festa e divertimento, utilizzando lo sport come strumento per superare ogni barriera”.  

A quali sviluppi futuri ambite per il vostro progetto e come si può contribuire al successo del vostro e di tutti i progetti di innovazione sociale?
“Wineaut è oggi un marchio registrato e la sua prima etichetta vinaria si chiama "Zero", uno Chardonnay bianco frizzante che ha da subito suscitato l'interesse di importanti realtà locali: ad esempio, il Consorzio della Riserva Marina di Torre Guaceto lo ha inserito nella sua linea slow food etico e a km zero. Abbiamo pensato di partire con questo vino perché ben rappresenta la ‘frizzantezza’ del nostro progetto: è infatti la proposta ideale per momenti conviviali e informali tra amici e inneggia allo stare bene insieme ed a ‘bere un sorso di Puglia’. Per quanto riguarda i progetti futuri, sarà importante l'accesso a bandi di finanziamento: vorremmo allestire un food truck per proporre il progetto in una sorta di tour itinerante per le strade pugliesi. E poi, magari, pensare a un'enoteca: ormai il cassetto dei nostri sogni è aperto e man mano i sogni si stanno trasformando in idee ed iniziative. Ad esempio, i nostri ragazzi hanno avuto modo di lavorare gomito a gomito con quelli di Sbrisolaut, in occasione dell’evento ‘Quando la spesa vale l'impresa’, attivato dal tarallificio Farinella di Putignano. È stata l'occasione per condividere idee ed esperienze e, magari, in futuro, per intraprendere una collaborazione”.

Samuele Striano during bottling operations.

“Abbiamo imparato che i limiti sono fatti per essere superati: è l’insegnamento più grande che riceviamo quotidianamente dai nostri ragazzi”

Quale ritieni sia il modo o il modello di sensibilizzazione, di condivisione più efficace per la realtà dell’autismo nella società o nel mondo del lavoro?
“Sicuramente i social media, se ben veicolati, possono offrire una ottima opportunità per condividere, purché affiancati dall’impegno personale nello spendersi in persona in attività di sensibilizzazione sul campo: ad esempio, attraverso momenti dedicati, come la partecipazione ad eventi. Nel nostro caso, ad esempio, un ottimo riscontro e consensi li abbiamo ricevuti in occasione della partecipazione a una sagra in un paese della provincia di Brindisi: è stata un’emozione impagabile vedere i nostri ragazzi sorridere nel passare in mezzo ai tavoli, offrire il loro vino ed interagire con i presenti”. 

Che cosa ti hanno insegnato o permesso di capire questi primi tre anni?
“Mi hanno insegnato che i limiti sono fatti per essere superati: è l’insegnamento più grande che riceviamo quotidianamente dai nostri ragazzi”.