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L’artista di fabbrica

Un esperto operatore a Borgaretto, specializzato nella costruzione di grandi parti di motore aeronautico, sa come coltivare il suo spiccato talento artistico attraverso il recupero di materiali

May 2023

Se è vero che arte e bellezza possono rivelarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, non può stupire il fatto che un talento artistico possa fiorire all’interno di una fonderia industriale, Avio Aero a Borgaretto. Uno stabilimento che innova e migliora continuamente la sua specialità produttiva, ovvero la costruzione di case (involucri) per trasmissioni di comando accessori o di potenza dei motori aerei o degli elicotteri.

È in questa fabbrica, infatti, che Gerardo Rosato lavora dal 1995 (fin da quando era Teksid Aluminium, e dal 2008 è stata rilevata da Avio Aero) occupandosi della formatura di anime in sabbia e in particolare dei condotti all’interno di queste ultime. Le anime sono sostanzialmente i calchi in cui si versa magnesio, alluminio o altre leghe, per dare forma e consistenza ai case spesso di dimensioni e pesi decisamente notevoli.

Ma Gerardo è anche dotato di un puro talento artistico che, in qualche modo, riflette e accompagna la sua capacità professionale. È un artista poliedrico, in grado di trasformare i materiali di scarto e apparentemente senza valore in vere e proprie opere d’arte: sculture in fil di ferro, alluminio, sabbia, resine e opere pittoriche. 

Gerardo Rosato, in the middle, with his team inside the Avio Aero Borgaretto plant.

Parlando di lui in azienda, si comprende meglio il modo in cui Gerardo “porta la sua arte anche sul lavoro”. Come ci spiegano i responsabili di produzione, “tutti i condotti delle fusioni sono realizzati direttamente da noi creando delle anime in sabbia che ricalcano esattamente il negativo degli stessi. Alcuni condotti possono essere molto sottili ed avere molte pieghe, richiedendo un’abilità manuale di realizzazione e una pazienza decisamente sopra la media.”

Le creazioni di Gerardo comunicano la sua percezione della realtà e dell’ambiente che lo circonda: ‘La terra dei fuochi’, ‘Esodo: dalla distopia verso l'utopia’ sono alcuni titoli delle sue installazioni esposte negli anni in gallerie e mostre. Ne abbiamo parlato proprio con lui.

Come ti sei avvicinato all'arte?
Ho frequentato il liceo artistico a Torino. l'arte viaggia nella mia mente da sempre e spesso la metto in pratica con le mie installazioni”.

Quanto e come il tuo lavoro ti stimola creativamente?
“Io parto sempre dal principio del riuso, lavorando poi in un contesto di fonderia i materiali di scarto hanno spesso già una forma immaginabile. Il mio lavoro mi stimola moltissimo al recupero e a viaggiare con la fantasia buttando giù bozzetti per nuove opere aiutato anche dai colleghi”.

Qual è la tecnica che prediligi e perché?
Prediligo la scultura per le mie installazioni. La sabbia, una volta lavorata e ultimata, ha un fascino particolare così come il fil di ferro”.

Come definiresti la tua tecnica di scultura, e che materiali usi oggi?
“La mie più che sculture sono delle installazioni, lavoro molto con il filo di ferro e con reti metalliche per la proiezione di ombre tridimensionali”.

Gerardo while working with sand casting in Borgaretto.

“Tutto è arte a Borgaretto, cassoni pieni di sabbia di scarto o sfridi di alluminio luccicante dalle forme più strane da immaginare o sfridi di magnesio coloratissimi... tutto mi ispira a creare qualcosa"

Quanto delle tue capacità manuali, artistiche sono presenti nel lavoro di casting e modellazione che fai con i prodotti che realizzate a Borgaretto per esempio?
“Nel sito di Borgaretto si lavora a mano e ogni mio collega è un artista nel suo mestiere più che una fabbrica è un vero e proprio laboratorio artistico. Se verrete in visita a Borgaretto, osserverete la manualità di ognuno di noi. Io ho preso spunto anche da loro e ne ho fatto tesoro riutilizzando i nostri materiali di scarto trasformandoli in installazioni artistiche dalle fusioni a cera persa alle sculture di sabbia”.

E quanta ispirazione artistica è influenzata dalla tua professione industriale o viceversa: quante idee sul lavoro in azienda dal tuo talento o vocazione?
“Tutto è arte a Borgaretto: cassoni pieni di sabbia di scarto o sfridi di alluminio luccicante dalle forme più strane da immaginare o sfridi di magnesio coloratissimi, tutto mi ispira a creare qualcosa. Mi piacerebbe in futuro fotografare le mani dei colleghi che lavorano per organizzare una mostra itinerante in Avio Aero”.

Hai portato delle tue opere in azienda, in che occasioni e come è stato?
“Per i miei 25 anni in azienda, ho realizzato l’opera: ‘Il metallo scorre nelle nostre vene’. È un'installazione in filo di ferro esposta all'ingresso rappresenta due uomini a grandezza naturale con mestoli e crogiolo che accolgono i visitatori e denotano che la nostra è una fonderia, e noi il metallo ‘lo abbiamo nelle vene’ e nei motori che volano ci sono ‘le nostre anime’. Per l'Open Day, ad esempio, abbiamo organizzato una piccola mostra dedicata ai più piccoli ai figli dei miei colleghi con sculture in sabbia, fusioni in alluminio e proiezione di ombre con reti metalliche spiegandogli il processo di lavorazione e facendogli toccare con mano i materiali è stato fantastico interagire con loro. Per la Festa della Donna, invece, ho deciso di omaggiare tutte le donne dello stabilimento con un fiore in alluminio personalizzato: una rosa con inciso nel gambo il nome di ognuna. È il filo che ci unisce tutti, perché siamo tutti legati dallo stesso filo e penso che un piccolo gesto fatto con il cuore valga più di mille parole. Viva le donne in tuta blu!”

Gerardo Rosato's art installations exhibited inside the Galleria Borbonica of Naples, Italy.

Negli ultimi tempi, hai esposto delle opere durante un’iniziativa cittadina che coinvolgeva diverse tipologie artistiche: come è stata quest’esperienza, quali reazioni e ritorni hai avuto?
“Ho realizzato installazioni permanenti di grandi dimensioni in ferro presso la Galleria Borbonica di Napoli, ricreando storie nel sottosuolo partenopeo dove le persone si nascondevano durante i bombardamenti, presso il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz) a Roma due giganti in filo di ferro, presso il carcere di Koepenick a Berlino uno stormo di uccelli in fil di ferro che escono da una cella e invadono la struttura. Le mostre mi riempiono di esperienza: confrontarsi con altri artisti e instaurare nuove collaborazioni, parlare con i visitatori, vedere il loro stupore davanti alle tue opere. È meraviglioso”.

A che opere o iniziative artistiche stai lavorando per il futuro?
“Ho comprato una casa interno cortile dove da due anni vivo e organizzo mostre, si chiama Casa Museo Zona Rosato, in via Exilles 84 a Torino. In questi 2 anni, ci ho organizzato venti mostre di arte contemporanea: casa mia si apre al pubblico sempre anche per il ‘Festival Aprile’ appena concluso, dove sette case di Torino sono state aperte al pubblico con mostre performance musica teatro poesia video art. Forse ho creato un precedente o forse no. Sta di fatto che il mio futuro parla di arte in espansione. Ho un nuovo spazio adiacente a casa mia una vecchia Agnelleria dove svilupperemo nuovi artisti emergenti, uno spazio suggestivo con marmi rosa appena inaugurato con la mostra ‘Storie di spettri e di fantasmi’ di Turi Rapisarda e Simona Galeotti. Conduco una doppia vita artista operaio ma quando indosso la tuta blu vado fiero di esserlo e divento artista di fonderia”.