Humans
Il fattore STEM
Il binomio donne-tecnologia raccontato da una delle professioniste di Avio Aero, attraverso la sua concreta esperienza fatta di impegno, sacrificio e successo.
Mar 2019
“Io sono tra quelli che pensano che la scienza possieda una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico: è anche un bambino posto di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come un racconto di fiabe”.
Questa affermazione dell’iconica Marie Curie, due volte premio Nobel per fisica prima e chimica poi, sarà stata certamente condivisa da molti, in particolare dalle donne appassionate delle discipline globalmente connotate con l’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Scienza, ingegneria, matematica, fisica e chimica incutono un comprensibile terrore in chi presenta vocazioni letterarie-umanistiche, data la loro complessità e l’impegno necessario per poter padroneggiarle. Ma sia prima sia dopo Marie Curie, la storia ha presentato in continuazione figure femminili che in questi ambiti hanno trovato enormi soddisfazioni.
Concentrarsi sul genere, specie di questi tempi, è piuttosto doveroso: secondo uno studio dell'Ue del 2018, solo il 24% dei professionisti nelle scienze e nell'ingegneria e il 15% dei professionisti attivi nei medesimi ambiti sono donne. Tornando un po’ indietro al 2012, in Europa solo il 12,6% delle donne laureate si è specializzata in ambito STEM, rispetto al 37,5% dei laureati di sesso maschile. E la Commissione europea prevede che la carenza di talenti STEM possa addirittura peggiorare: solo nel settore informatico, si registrerà una carenza di 900mila dipendenti già dal 2020.
La strada da percorrere per migliorare questa tendenza è faticosa, proprio come lo studio di tali discipline, che però continuano a essere fondamentali per le organizzazioni e per i loro processi di innovazione. Pertanto, è confortante scoprire all’interno del mondo lavorativo storie esemplari di donne STEM, ancor più in un settore a forte impronta maschile come l’aviazione.
Angela Tessa, Quality Manager di Avio Aero Rivalta, ha iniziato la sua carriera come Design Engineer per poi diventare Program Manager, seguendo negli anni i programmi motoristici di molti importanti clienti (Pratt & Whitney, Rolls Royce, Eurojet, Airbus, Sikosky). La sua esperienza è una storia di duro lavoro e determinazione, ma anche di meritato successo.
Da quanto tempo rivesti questo ruolo e in cosa consiste il tuo lavoro?
“Ricopro questo ruolo da quasi 2 anni e fondamentalmente mi occupo della qualità dei prodotti che vengono realizzati a Rivalta. Sono anche responsabile delle attività di Customer Quality e sono quindi la prima interfaccia verso il cliente per questi temi.”
Quando eri bambina, cosa sognavi di fare da grande?
“Il mio sogno era fare l’archeologa: ero molto appassionata di storia antica. Mi immaginavo a scavare da qualche parte nel mondo e a tirare fuori reperti archeologici.”
Cosa hai studiato all’Università e come sei arrivata a questa scelta?
“Mi sono laureata in ingegneria meccanica, al Politecnico di Torino nel 1998. Ho sempre avuto una grande passione per le materie scientifiche, e terminato il liceo ero orientata ad iscrivermi a Medicina o Ingegneria. Poi, quasi per scherzo, ho partecipato ai test di selezione per Ingegneria Meccanica. Ho passato il test con un ottimo posizionamento, e a quel punto la scelta era fatta. Su 300 studenti del corso di meccanica, eravamo circa 20 donne - meno del 10% del totale – ma molto determinate!”
Hai lavorato anche in altri settori e in altri paesi diversi dall’Italia?
“Ho sempre lavorato nel settore Aviation e quando lavoravo in Ingegneria, ho trascorso due anni nello stabilimento GE di Lynn in Massachusetts: un’esperienza bellissima, di cui conservo ancora splendidi ricordi e molti amici!”
Cosa ti ha spinta a lasciare il ‘lavoro d’ufficio’ per affrontare la sfida lavorativa della fabbrica?
“Era da tempo che desideravo riavvicinarmi al cuore della produzione, dove nasce il nostro prodotto. Stare in fabbrica e lavorare insieme agli operatori, agli ingegneri di produzione e ai designer per trovare insieme le soluzioni migliori per realizzare il prodotto. Insomma, risultati tangibili e concreti in breve tempo: una vera soddisfazione per un Quality manager!”
Chi ti ha ispirato e guidato nel tuo percorso professionale?
“In 20 anni di carriera ho incontrato molte persone sul mio cammino. La persona che ricordo con maggiore entusiasmo è un collega dell’ingegneria, più grande di me, che quando ero una Program Manager alle prime armi un giorno mi disse: ‘Angela, devi fare in modo che il tuo lavoro diventi il tuo hobby. Solo così sarai davvero felice in quello che farai. Cerca sempre la tua strada, cambia se necessario, non fermarti mai’. Questo approccio mi diede molto coraggio e da lì cominciò la mia splendida avventura. Ancora oggi, il motore delle mie scelte è la passione per quello che faccio.”
"Il mio sogno da bambina era fare l’archeologa: mi immaginavo a scavare da qualche parte nel mondo e a tirare fuori reperti archeologici"
Qual è l’aspetto più stimolante del tuo lavoro?
“La ricerca della perfezione, che parte dalla profondità di analisi. Dobbiamo essere sempre i migliori, i clienti devono essere sempre soddisfatti e consapevoli che non possono trovare prodotto migliore di quello che produciamo noi. Partire da un possibile problema e analizzare tutte le fasi produttive arrivando alla causa scatenante e mettendo in atto tutte le conseguenti azioni correttive o preventive è un lavoro davvero molto stimolante.”
Nell’ambito lavorativo, qual è una frase che ripeti spesso?
“Mi piace sempre sottolineare l’importanza del lavoro di team per trovare le giuste soluzione ad ogni problema, affrontando e analizzando eventuali errori in modo costruttivo.”
Dal tuo punto di vista, su quali aspetti le aziende possono agire per agevolare la parità di genere?
“Credo che serva maggiore attenzione ai temi del work life balance, per aiutare le donne che hanno una famiglia e dei figli da gestire (come nel mio caso) a trovare il giusto equilibrio tra impegni lavorativi e vita familiare. Questo garantisce maggiore serenità e soddisfazione per i dipendenti, cosa che si traduce in risultati di successo per l’azienda.”
Qual’ è il tuo consiglio per una giovane studentessa che vuole intraprendere una scelta formativa e una carriera in ambito STEM?
“Non aver paura di rischiare o sfidare il sistema e credi nelle tue capacità. Segui le tue passioni e focalizzati sui tuoi obiettivi affrontandoli con coraggio e determinazione, gran parte del tuo successo dipende da te!”