Future
La moneta del futuro
Gli ingegneri di Avio Aero impegnati in una nuova collaborazione didattica, stavolta puramente aeronautica e finalizzata a creare il valore primario per università e azienda.
Sep 2019
Le monete hanno due facce. Queste ultime sono imprescindibili e la loro coesistenza è garanzia dell’autenticità e del valore della moneta stessa. È molto difficile trovare una moneta con una sola faccia, e anche a trovarla, sicuramente il suo valore risulterebbe in qualche modo compromesso. Dunque, pensando alla moneta come all’unione di due variabili imprescindibili che generano autenticità e valore, e associando per esempio le sue due facce ad azienda e università, si arriverebbe a chiamare questa immaginaria valuta futuro.
In Avio Aero, la “moneta del futuro” è decisamente una valuta di lungo corso nella quale si investe ininterrottamente: oramai da 25 anni, l’azienda è impegnata in collaborazioni tecniche o didattiche in sinergia con università italiane e internazionali. Così, col passare degli anni, il rapporto tra le due facce di questa moneta si è intensificato e alimentato grazie a scambi e nuove esperienze che ne fortificano e accrescono il valore. Ad esempio, pochi mesi fa uno tra i risultati più grandi, i primi Laureati ai corsi di studi tra i corsi in Advanced Manufacturing attivati tra gli atenei di ingegneri di Torino, Napoli e Bari.
Risultati sorprendenti che non solo generano valore, ma anche energie per nuovi progetti, talvolta più specifici, più tecnici, più aeronautici. Come la collaborazione tra Avio Aero e il Politecnico di Torino per il corso di Motori per Aeromobili, inserito all’interno del corso di laurea magistrale in Ingegneria Aerospaziale. In tale contesto gli studenti hanno potuto approfittare delle lezioni impartite da “professori aggiunti”, o anche ospiti volendo: ovvero, gli ingegneri di Avio Aero. Attraverso nove seminari, uno a settimana, i professionisti di Avio Aero hanno portato in aula l’esperienza su aspetti concreti, fondamentali, e più che attuali, riguardanti la progettazione e l’operatività dei motori aeronautici. Temi che solitamente non arrivano a essere più di tanto approfonditi nelle tradizionali lezioni accademiche: dal digital all’additive, dai combustori alle certificazioni.
"Avevamo l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti su tematiche e competenze nuove che nel mondo industriale aeronautico sono sempre più indispensabili” - spiega Marco Moletta, Advanced Lead Engineer di Avio Aero e coordinatore degli interventi. “Da diversi anni cooperiamo con il Professor Pastrone, il quale sin da subito ha dato la propria disponibilità a questa ennesima esperienza di collaborazione.”
Dario Pastrone, professore ordinario di Propulsione Aerospaziale presso il Politecnico di Torino, ha commentato questa prima esperienza di docenza ampliata: “i ragazzi hanno bisogno di sapere cosa li aspetta nel mondo industriale reale. Niente di meglio della testimonianza di veri professionisti, di un ingegnere che con buona probabilità ha svolto un percorso di studi simile ai giovani frequentatori delle lezioni. Lo studente, in questo modo, riesce per qualche attimo a proiettarsi in avanti."
Studenti come Michela Andrea Lo Schirico e Giovanni Sanna. Entrambi provenienti dal sud Italia, in possesso della laurea di primo livello, ed entrambi compagni di oltre trecento studenti iscritti al corso magistrale di Motori per Aeromobili. Entusiasti di queste testimonianze, sono d’accordo sul fatto che la visione di chi opera nel business è preziosa per lo studente.
"Mi auguro che queste interazioni tra accademia e industria avvengano sin dall’inizio del percorso di studi: è importante prendere confidenza con le naturali differenze presenti tra lo studio e il lavoro"
"La nostra comprensione dei sistemi di propulsione aeronautici ora è più completa. Il percorso accademico, anche per ragioni di tempo disponibile, ti dà una grande preparazione sull’oggetto di studio (il motore aeronautico, ndr.) ma in valore assoluto”, racconta Giovanni. “Gli interventi degli ingegneri ci hanno permesso di contestualizzare la nostra preparazione all’interno di veri casi di business, parlando una lingua operativa e analizzando situazioni esistenti. Per essere concreti, un motore non va solo costruito bisogna certificarlo, bisogna che risponda ai requisiti dei clienti.”
Tanti stimoli, ma anche un po’ di sana ansia da prestazione. È ciò che emerge parlando con gli studenti: “l’emozione è duplice, da un lato queste testimonianze ci hanno esposto un po’ al vento del timore, in quanto ci rendiamo conto di quante nozioni siano fondamentali per il mondo del lavoro e quindi è inevitabile temere di non essere all’altezza”, dichiara Michela Andrea. “Allo stesso tempo però la nostra curiosità viene stimolata parecchio e di conseguenza siamo motivati: la costruzione di un motore è parte di un grandissimo progetto tutto da scoprire e su cui possiamo portare il nostro contributo di ingegneri. Abbiamo scoperto che il nostro margine di azione è più ampio di quanto pensassimo.”
C’è notevole soddisfazione in chi ha portato avanti questa iniziativa e già si lavora per dare un seguito. “Queste iniziative ci danno la possibilità di incontrare chi domani potrebbe entrare a far parte della squadra di Avio Aero. Partecipare a questo corso, che tratta i temi della nostra quotidianità ed è proprio incentrato sul nostro prodotto, ci permette di divulgare la nostra attività direttamente a professori e studenti, e quindi stimolare l’interesse di qualcuno” conclude Moletta.
"Le lezioni degli ingegneri ci hanno permesso di contestualizzare la nostra preparazione all’interno di veri business case, parlando una lingua operativa e analizzando situazioni esistenti."
La collaborazione tra università e azienda, nelle sue forme più pragmatiche e concrete, influisce incredibilmente sulla visione del futuro e sul senso di incertezza generazionale, che si tratti di ingegneria, aeronautica o qualsiasi altra disciplina. “Il mio augurio per il futuro è che queste interazioni tra accademia e industria avvengano sin dall’inizio del percorso di studi” – confida Michela Andrea. “Per noi giovani è importante prendere confidenza con ciò che verrà dopo e con le naturali differenze presenti tra lo studio e il lavoro.”