Culture

Il potere della prospettiva

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità con le iniziative nelle nostre sedi e la storia di Giulia Lamarca, travel blogger in carrozzina e ambasciatrice dell’accessibilità in volo.

Dec 2019

Il 3 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, istituita dall’ONU e dalla Commissione Europea con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei Disabili. Solo in Italia, le persone diversamente abili sono circa tre milioni: vale a dire il 5.2% dell’intera popolazione. Questi numeri ci indicano quanto non sia più il tempo di rimandare l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali che ostacolano la vita di chi porta con sé una disabilità.

E allora è necessario che ognuno porti il proprio contributo per ciò che rappresenta, dalle Istituzioni alle aziende fino ad arrivare ai singoli individui; è necessario comprendere il valore che la diversità dona a qualsiasi contesto, dalle organizzazioni a qualsiasi situazione sociale; e non da meno, è necessario affrontare la disabilità come un dato di fatto e come tale va trattata con naturalezza e sospensione di giudizio.

Sono sufficienti le premesse affinché realtà come Avio Aero non solo si prendano l’impegno di includere la diversità all’interno della propria comunità, ma decidano di sensibilizzare e dar voce al potere della diversità. Così, in tutte le località in cui l’azienda è presente sono state organizzate iniziative speciali per celebrare e sensibilizzare la popolazione interna (e non solo) su questo tema: a Brindisi sono stati organizzati dei veri e propri “giochi senza barriere” in diversi sport come il basket o la staffetta; a Torino ci si è cimentati nelle danze caraibiche, imparando passi e coreografie di coppia con gli allievi di una scuola di ballo per ragazzi disabili del territorio; a Pomigliano d’Arco, si è festeggiato l’arrivo del Natale partecipando alle prove teatrali di un’associazione locale; a Bielsko Biala infine, si è approfondito il linguaggio dei segni con un workshop. Tutto questo grazie alla collaborazione di oltre 15 associazioni.

 

Tra tutte queste iniziative, spicca l’incontro con Giulia Lamarca, che ha offerto la sua testimonianza di inclusione e resilienza a tutta la comunità aziendale. Giulia ha 28 anni, torinese e laureata in psicologia. Al mondo è nota per le sue avventure di viaggiatrice nei luoghi più curiosi e affascinanti che il nostro pianeta ci offre e che lei quotidianamente racconta su Instagram e sul suo blog: mytravelsthehardtruth. Tra le più recenti troviamo: Indonesia, Spagna, Giappone, Thailandia, Sri Lanka e molti altri.

Il 6 ottobre 2011 Giulia era in moto sulle colline torinesi, ma qualcosa andò storto, la moto scivolò, Giulia cadde, e le conseguenze apparirono già molto serie. Dopo tre mesi dall’incidente, i dottori confermarono a Giulia ciò che durante quel periodo iniziò a realizzare: “Difficilmente tornerai a camminare”. Da allora, è iniziato un percorso che l’ha portata a essere la donna-simbolo di oggi: una bellissima viaggiatrice che dalla sua carrozzina racconta la vita e fa da modello per chi, come lei, vive con un’altra prospettiva. 

“A seguito dell’incidente ho subito capito che cosa fosse successo, la conferma l’ho avuta quando in ospedale mio papà mi accarezzò una gamba e non lo percepii” racconta Giulia. “Ora la sensibilità l’ho riacquisita ma quando gli specialisti mi confermarono la situazione non fu particolarmente traumatico, l’avevo intuito da sola. Anzi, sarà il caso, ma proprio la sera prima vidi una puntata di Grey’s Anatomy dove facevano una tremenda operazione alla colonna vertebrale: quando vidi le mie lastre ho pensato: beh, il protagonista di quella puntata non se la passava meglio!”

"Amo volare e vorrei che chi come me vive su una carrozzina potesse essere libero di viaggiare senza troppi ostacoli, molto spesso burocratici o strutturali"

A Giulia non piace la parola “speciale” utilizzata in questo contesto, “non ci sarà mai una parola bella per definire qualcosa che è stato traumatico”. In questa storia però, una cosa un po’ speciale c’è stata: l’ospedale. “Mentre ero ricoverata ho incontrato tante persone, pazienti ma non solo. Tra tutte, c’era un tirocinante di fisioterapia che sin da subito avevo capito di aver colpito in qualche modo. Io sono una persona che ride sempre e quando arrivavo in ospedale non mancava mai la musica, portavo un clima positivo e forse per questo mi ha notata. In un momento come quello dove avevo bisogno di conferme dalla vita, ricevere delle attenzioni da un ragazzo mi rendeva davvero felice. E così, un giorno mi ha scritto, dopo aver chiuso una precedente storia lunga 4 anni.” Il ragazzo si chiama Andrea, oggi è il marito di Giulia e assieme condividono la passione del viaggio.

E la speranza di tornare a camminare non è il suo primo pensiero, anzi. “Ho deciso di non vivere nella speranza ma di vivermi il presente. Se dovesse capitare ben venga, ma che senso avrebbe dedicare la vita a perseguire qualcosa di incerto nel mio caso? Smetterei di vivermi il presente per un qualcosa che non è sicuro. Bisogna volersi bene e sganciare l’ancora dal passato. La mia più grande vittoria è piacermi per come sono ora.”

Infatti, ora Giulia è una persona soddisfatta del proprio percorso e del punto a cui è arrivata. Oltre ai viaggi, negli ultimi tempi si è resa ambasciatrice dell’accessibilità in volo: “amo volare e vorrei che chi come me vive su una carrozzina potesse essere libero di viaggiare senza troppi ostacoli, molto spesso burocratici o strutturali. Qualche tempo fa sono stata contatta da alcuni ragazzi del Politecnico di Milano che, a fronte di un loro progetto in cui dovevano progettare gli interni di un aereo, mi hanno coinvolta per un’analisi comportamentale del loro elaborato. I miei pareri, non tecnici quanto sulla fruizione del servizio, li hanno aiutati a osservare certi dettagli diversamente.”

“La prospettiva è proprio il potere della diversità, in tutte le sue sfaccettature e declinazioni” afferma Carlamaria Tiburtini, D&I Leader di Avio Aero, che ha accolto Giulia in azienda per la conferenza. “La testimonianza di Giulia ci fa capire il valore dell’eterogeneità che noi costantemente cerchiamo di alimentare e di favorirne l’interazione all’interno dell’azienda.”

Al momento, Giulia ha tantissimi progetti per la testa, tra gli altri sta anche scrivendo un libro, e proprio dalla sua vena creativa ci tiene a sottolineare che “i supereroi non esistono, ma non bisogna giudicarsi per quello che ci manca, ma piuttosto per quello che si ha o che ancora si può fare…che è sicuramente molto di più”. E allora Giulia, ti auguriamo di continuare a fare ciò che in questi due giorni ci hai fatto conoscere di te: ispirare, viaggiare e sorridere.