Culture

110 e amore

Un giovane creativo e il suo progetto di laurea partito da una sfida non convenzionale: un modo diverso di fare comunicazione nell’industria aeronautica, attraverso un’esperienza irripetibile.

Aug 2020

Mi chiamo Federico Gasca, ho 25 anni e mi piace definirmi un cantastorie digitale. Ma prima di spiegare il perché di tale definizione, come in tutte le grandi storie, occorre fare un passo indietro e tornare alle prime pagine della mia esperienza.

La mia avventura nel mondo della comunicazione comincia all’età di 17 anni quando, per puro caso, mi ritrovai a realizzare contenuti per il web insieme ad altri due ragazzi. Nell’arco di cinque anni, i contenuti divennero virali e creammo il nostro vero e proprio brand, riconosciuto grazie ai video cari­cati sul nostro canale Youtube: contraddistinto da una particolare qualità tecnica e narrativa dei contenuti, il canale riuscì ad ottenere risultati molto soddisfacenti, come 70 mila iscritti e 5 milioni di visualizzazioni.

Eravamo quelli che ora vengono chiamati “Influencer” ma prima, forse un po’ più esattamente, veniva­mo definiti “Content Creators”. Negli anni successivi, la nostra agenzia con il relativo brand ci ha dato la possibilità di collaborare con grandi aziende e di essere introdotti al mondo del lavoro digitale fin da giovanissimi.

Questa primissima esperienza professionale fu fondamentale perché cominciai a capire davvero cosa avrei voluto fare nella vita: raccontare delle storie. Così, chiuso il capitolo del “Content Creator”, ripresi a fare quello che sapevo fare meglio, miglio­randomi giorno dopo giorno: raccontare storie attraverso le immagini. Iniziai a lavorare come filmmaker freelance per aziende e brand di ogni genere, realizzando spot pubblicitari, aftermovie, video corporate e quant’altro. Tuttavia, sentivo la mia identità e creatività limitate (per ovvie ragioni) alle richieste dei clienti, così nel 2013 ho cominciato a scrivere e dirigere cortometraggi, aprendo uno dei periodi più soddisfacenti della mia vita.

Assieme a diverse case di produzione ci­nematografiche, ho realizzato prodotti audiovisivi che hanno vinto premi in circuiti festivalieri italiani e internazionali. Da qui, la risposta definitiva a ciò avrei voluto fare nella mia vita: il regista.

Federico Gasca on the set with an actress while directing.

Nel 2017, ho dunque avviato il mio percorso di studi universitari allo IAAD - L’istituto D’arte Applicata e Design – con l’intento di dare concretezza alla mia figura professionale, fino ad allora costruita unicamente da autodidatta. Ho riscoperto la comunicazione pubblicitaria (con cui mi confrontai già du­rante il periodo di Youtube e filmmaker freelance) scoprendo una dimensione estremamente creativa e totalmente nuova per certi versi. Ho appreso il metodo per non limitare la mia identità creativa in ambito pubblicitario ma anzi, per amplificarla. Un percorso lungo ed estremamente stancante che comunque ripeterei un milione di volte.

Nello scorso autunno 2019, cominciai quindi a concentrarmi sul mio progetto di tesi: volevo fare qualcosa di socialmente utile, qualcosa che fosse emotivamente condivisibile con altri individui, comunicazione al servizio delle persone. Pensai all’ambiente più idoneo, al soggetto aziendale da scegliere… Così mi domandai con chi potessi realizzare uno dei progetti più importanti realizzati fino ad ora. Ed è così che, casualmente, entro in contatto con Avio Aero e mi domando: ma cosa conosco di questo settore? La risposta è: non ne so assolutamente nulla… Bene, allora è perfetto!

Cercare di uscire dalla propria comfort zone è la base per crescere in termini creativi e così ho colto al volo (è proprio il caso di dire) l’occasione che si era presentata e ho fatto domanda per un tirocinio di tesi. A quel tempo, non c’era ancora (apparentemente) alcuna traccia del virus in Italia, perciò nei mesi di stage propedeutico in azienda (una volta a settimana a partire da novembre 2019) avevo già maturato un’idea ben chiara su ciò che avrei voluto realizzare per la tesi, ma a un tratto calò il buio. Era arrivato il mese di marzo.

Un cambio di rotta”, improvviso: è letteralmente questa l’espressione che ho usato all’interno del mio progetto di laurea dal titolo “Il Progetto Zero - Ripartiamo da qui” per descrivere l’attimo esatto in cui i miei piani iniziali sono stati stravolti dagli eventi, proprio come quelli di ogni altra persona in ogni parte del mondo. Nella loro tragicità, tali eventi hanno però reso possibile un percorso inaspettato, creato una ramificazione inedita, tracciando una rotta raggiungibile unicamente tramite un rallentamento dei motori del mondo così come lo conoscevamo prima, soggiogato dalla fretta e dal disordine.

Gli eventi che abbiamo vissuto, e che vivremo nei prossimi anni, dettano un cambio di rotta inevitabile, forse necessario. Già, perché umanamente parlando avevamo probabilmente perso quella consapevolezza collettiva, utile a poter leggere dentro ognuno di noi e a ricordarci chi siamo: persone, prima di tutto. Individui uniti, direttamente ed indirettamente, da un unico e complessissimo fil rouge invisibile e naturale: l’amore.

L’amore, in senso lato, è l’unico vero carburante delle nostre esistenze ed è esattamente il perno attorno a cui ruota il mio progetto. In questo caso, l’amore nato dalla paura. Con l’istinto di sopravvivenza che ci contraddistingue siamo riusciti a non perdere il controllo del volo e a ripartire insieme da qui. È stata proprio questa emotività collettiva, palpabile nell’aria, a darmi motivazione e coraggio per sganciarmi dalle idee originali e costruire, insieme al team di Avio Aero, un piano di comunicazione che potesse essere utile per affrontare il Covid-19 e che si riadattasse inevitabilmente all’ambiente circostante.

Una strategia che con un pizzico di coraggio, determinazione e una manciata d’amore verso il futuro invita il brand a ripartire con una nuova veste, un nuovo motore alimentato dal coraggio dei grandi eroi invisibili dell’azienda. “Il Progetto Zero - Ripartiamo Da Qui” presenta quindi la mia proposta di “strategia crossmediale” per Avio Aero, finalizzata a ripensare la brand awareness dell’azienda. Umanizzare il brand e porre quest’ultimo su un piano percettivo più emotivo e personale, grazie alle gesta delle persone di Avio Aero che durante la pandemia hanno supportato basi militari, protezione civile e sostenuto tante altre iniziative solidali

Il percorso con Avio Aero mi ha permesso di esplorare una nuova realtà, fatta di persone straordinarie, persone con cui ho avuto l’onore di lavorare nonostante le differenze in termini di esperienza maturata e competenze specifiche, e che si sono dimostrate splendidamente disponibili, accogliendomi subito a bordo sul loro stesso volo. È stato un bellissimo, lungo viaggio, anche con qualche turbolenza, ma estremamente formativo e per questo sono molto grato.

Federico Gasca behind the camera.

"Avio Aero è fatta di persone straordinarie, persone con cui ho avuto l’onore di lavorare e che si sono dimostrate splendidamente disponibili, accogliendomi subito a bordo sul loro stesso volo. È stato un bellissimo, lungo viaggio, estremamente formativo e per questo sono molto grato"

D’altro canto, laurearsi nell’anno di una pandemia globale sicuramente è stato a tratti paradossale: penso alla discussione della mia tesi da remoto, una cosa che genera più ansia di quanto si pensi. Può sembrare di essere protetti a casa, ma se internet avesse dei problemi e non mi sentissero? O se i video si vedessero bene? Mi ascolteranno davvero? Ci fosse un calo di corrente? Se un fulmine, in quei 15 minuti, colpisse il computer?!

Fortunatamente, nessuna altra calamità ha minacciato la connessione da casa o la discussione stessa e alla fine è andato tutto bene: tutta la commissione ha apprezzato il progetto e non avrei potuto essere più felice.

Credo che l’aver scelto un settore tanto complesso, per certi aspetti di nicchia, e per di più un B2B, sia stato ancor più premiante: ci sono realtà aziendali che non operano nel mercato dei beni di consumo di massa e che ritengono erroneamente che non ci sia bisogno di raccontare storie, di parlare attraverso le proprie persone. La verità è che ovunque intorno a noi ci sono altre persone con analoghe e diverse esigenze: non è solo il grande pubblico generalista che si interessa a uno spot, un cartellone pubblicitario o a una storia. Qualsiasi individuo, azienda od organizzazione che interagisce con Avio Aero sul mercato o sul territorio può essere interessata all’attività di una grande industria aeronautica.

La comunicazione tradizionale o digitale cambia radicalmente in base al B2B o B2C, ma non esiste qualcosa di meglio o peggio, semplicemente cambia l’approccio.  Un approccio che non conoscevo e col quale non vedevo l’ora di misurarmi. Penso che non esista un punto d’arrivo, sento il bisogno di migliorarmi sempre, di cambiare, crescere, perciò di sogni nel cassetto ne ho davvero tanti, troppi. Ma in fondo, cosa c’è di peggio di un creativo senza sogni!?

Sognare è il carburante per il mio mestiere, quindi ho già pensato che continuerò sicuramente a lavorare nell’advertising, è il campo che sento più io. Ma ho certamente voglia di osare ancora di più, parlando ancora di sogni nel cassetto: il prossimo anno uscirà il mio primo film. Si intitola UROBORO, ma non voglio svelare troppo. Voglio prima vedere cosa succederà, rimango in attesa di salire sul prossimo volo della mia vita.

Cover and page images and videos credits: Federico Gasca 2020.