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Un anniversario d'oro

L’intervista con Jiří Vítek, l’ingegnere di Praga che da 50 anni con passione costruisce motori aeronautici e, anche oggi, continua a trasmettere esperienza e passione ai suoi colleghi.

Aug 2023

Il mese scorso, nella sede di Avio Aero a Praga, stabilimento di produzione dei motori turboelica, si è tenuto un evento speciale per festeggiare un incredibile traguardo: il 50° anniversario di lavoro di un esperto ingegnere. Jiří Vítek, oltre ad aver raggiunto questo importante traguardo, ci racconta una storia davvero interessante.

Vítek, originario di un piccolo villaggio della Boemia meridionale, all’età di 15 anni si trasferì a Praga per laurearsi presso l’Università Tecnica CVUT e diventò un ingegnere specializzato nell’industria e nei prodotti aeronautici.

Forse proprio per questo percorso, è considerato un esempio di professionalità e un mentore rispettato sia dai colleghi più giovani sia da quelli più anziani. Sono solo alcuni dei tratti distintivi che abbiamo scoperto parlando con questa meravigliosa persona della sua strabiliante carriera.

Ci parleresti della sua formazione e della sua gioventù?
“Dopo aver terminato la scuola primaria nel 1970 volevo andare all’università, ma all’epoca bisognava prima scegliere un’attività professionale. Così, per prima cosa, mi formai come tornitore presso la società nazionale ceca Motorlet (Walter), firmai un contratto, lavorai in una fabbrica e continuai la mia istruzione secondaria. Successivamente, iniziai a frequentare l’Università di Praga. Lasciai il mio posto da dipendente presso la Motorlet con l’idea di ritornarci una volta conseguita la laurea incentrata sui motori aeronautici”.

Jiri Vitek celebrated by his team and Engineering leaders for his career milestone.

Quando ha festeggiato il tuo 50° anniversario e cosa ha significato?
“Ho firmato il mio primo contratto di lavoro il 1° luglio 1973. Non amo molto gli anniversari (di solito sono solo un promemoria dell’età che si ha!) ... ma si tratta di una parte importante della mia vita e, in questo caso, della mia intera carriera professionale. Al giorno d’oggi, credo che non sia molto comune rimanere in un posto di lavoro per così tanto tempo. Guardando agli ultimi 50 anni: ho svolto il mio lavoro in un’azienda che ho scelto io stesso, che mi ha portato non solo sicurezza economica ma, soprattutto, un lavoro che mi piaceva e, di conseguenza, mi ha permesso di acquisire molte conoscenze professionali, esperienza e anche di vivere tanti momenti di gioia. Infine, il mio lavoro mi ha permesso di incontrare numerosi collaboratori che rispetto sia come persone sia come colleghi. Sono legato a loro da ricordi molto piacevoli”.

Quali sono stati i principali vantaggi e le maggiori difficoltà nel lavorare e studiare allo stesso tempo?
“Il periodo in cui mi capitò di lavorare in produzione e studiare allo stesso tempo fu durante il liceo. Poi, credo che la cosa più difficile sia stata non perdere la motivazione per prendere il diploma di scuola superiore: a 18 anni, andare a lavorare ogni mattina e andare a scuola ogni sera non è la vita che tutti vorrebbero. Giunto all’università non ho più dovuto lavorare in produzione tutti i giorni. Andavo ad aiutare occasionalmente, per guadagnare i soldi per gli studi. Questa esperienza pratica nella produzione è stata una risorsa fondamentale per tutta la mia carriera: ho imparato che i miei requisiti di progettazione per le parti del motore devono essere in linea con le reali possibilità di produzione. Anche la migliore idea progettuale può non avere senso se non è realizzabile”.

Quali erano le tue ambizioni o i suoi interessi professionali in gioventù?
“Il mio interesse per i motori aeronautici è nato durante il lavoro in produzione. Cominciai a interessarmi ad approfondire come veniva utilizzato il pezzo che stavo realizzando. Avevo un amico senior nel reparto progettazione che mi spiegava il design e la funzione di ogni componente. Mi incuriosivano molto, volevo diventare una persona in grado non solo di realizzarli, ma anche di progettarli. Questo è stato il vero inizio e la ragione per cui ho studiato i motori aeronautici all’università”.

Jiri Vitek with his direct leader, Michael Hillebrecht.

"L’aviazione ha una dimensione unica e sorprendente data dal volo stesso, questa rappresenta un’ottima motivazione ma anche una sfida quando si tratta di progettare e costruire un motore aeronautico"

Quanti ruoli hai ricoperto nel corso della tua carriera e quali sono quelle che hanno suscitato in lei maggiore interesse ed entusiasmo?
“A parte la mia esperienza di tornitore, dopo l’università, nel 1980, entrai a far parte del reparto di sviluppo del Gruppo Progettazione Turbine. A quel tempo, lavoravo principalmente per il motore M601. Mi occupavo principalmente della preparazione, della valutazione dei test e dell’implementazione di miglioramenti progettuali per aumentare l’affidabilità e la durata del motore. Lo sviluppo del motore M602 era appena iniziato e anch’io ne facevo parte. Ho avuto l’opportunità di lavorare a nuovi progetti, inoltre, ho avuto la fortuna di lavorare con un grande team di colleghi competenti, disposti a condividere le loro conoscenze ed esperienze. Durante il periodo di cambiamenti politici nella Repubblica Ceca dopo il 1989, la struttura organizzativa e la proprietà dell’azienda sono cambiate. Si è registrato un calo generale delle attività di sviluppo, tra cui l’interruzione del programma M602 e i cambiamenti nel mercato. Durante questo periodo, ho ricoperto varie posizioni manageriali, concentrandomi principalmente su progetti per un numero crescente di diverse costruzioni di motori. Alla Walter Engines ero a capo del reparto Progettazione. Poi arrivò GE e, con essa, una nuova prospettiva di continuare lo sviluppo dell’M601 con i nuovi motori H-Series. Il mio ruolo principale era quello di gestire il lavoro, le modifiche del progetto e la certificazione finale. Oggi, lavoro nel team Sistemi come capo ingegnere e per la verifica di conformità. Ritengo che il mio ruolo principale consista nell’aiutare i colleghi più giovani, condividendo con loro la mia esperienza”.  

Come hai percepito il cambiamento di questo specifico segmento industriale nel corso del tempo?
“Se si pensa ai motori di cui ci occupiamo, non è facile mettere a confronto il livello tecnologico dell’M601 con il Catalyst di oggi, specie per quanto riguarda gli strumenti di calcolo, di progettazione, le capacità produttive e la domanda del mercato. Il motore M601 era un motore turboelica mono-turbina progettato e costruito da un team relativamente piccolo della Motorlet. Il suo sviluppo ebbe inizio negli anni ‘60 ed era progettato per il trasporto aereo su scala ridotta. Nel corso del tempo, il suo design di base non è cambiato in modo sostanziale. Tuttavia, i requisiti per aumentare le prestazioni, la durata e il numero di modifiche progettuali per le varie costruzioni di aeromobili sono cresciuti, ed è stata - come è tuttora - un’attività molto complessa. Il motore Catalyst è ben più recente. Il progetto si avvale di metodi e strumenti di progettazione e calcolo all’avanguardia, con il supporto di un ampio team internazionale di esperti. Per la produzione vengono utilizzati strumenti e tecnologie avanzate, tra cui la stampa 3D, con componenti di alta gamma e impianti per il collaudo dei motori. Sono un po’ invidioso dei miei compagni di squadra del Catalyst. Credo fermamente in questo motore, sia dal punto di vista tecnico che pratico, troverà sicuramente il suo posto nel mercato di oggi. Credo che porterà soddisfazione e vantaggi al mio team e alla mia azienda, oltre a molte nuove conoscenze ed esperienze”.

Jiri Vitek with Chris Lorence, Chief Engineer & General Manager at GE Aerospace.

"Credo fermamente che il Catalyst porterà soddisfazione e vantaggi al mio team e alla mia azienda, oltre a molte nuove conoscenze ed esperienze”

Cosa consiglieresti a un giovane ingegnere o professionista del settore aerospaziale che vorrebbe entrare in questo settore, magari nella sede di Praga?
“Ogni settore ha i suoi punti di forza e le sue insidie. Personalmente, ritengo che l’aviazione abbia una dimensione unica e sorprendente, data dal volo stesso. Questa rappresenta un’ottima motivazione, ma anche una sfida quando si tratta di progettare e costruire un motore aeronautico. Qualsiasi idea che consenta di ottenere più potenza, minori consumi, peso inferiore e maggiore durata vale più dell’oro. Senza però compromettere mai la sicurezza e l’affidabilità, che sono sempre una priorità assoluta. Lo sviluppo di un motore aeronautico comporta un lavoro di squadra tra esperti di diverse professioni e nazionalità. Lavorando su un motore come il Catalyst, non dividiamo i team in cechi, italiani, tedeschi o polacchi: siamo una squadra che lavora per un obiettivo comune. Stando quotidianamente a contatto con loro, posso descrivere il team di Praga come un gruppo di persone motivate e pienamente consapevoli delle priorità”.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Vivo a Praga con la mia compagna. Non amo condurre una vita noiosa, quindi cerco di dividere il mio tempo tra il lavoro, la mia famiglia (soprattutto i miei quattro nipoti), i lavori al mio cottage e il tempo per viaggiare e vedere cose nuove. La destinazione non è importante: anche se si tratta del nord della Norvegia o della Boemia meridionale. Mi piace scoprire nuovi posti e soprattutto incontrare nuove persone. L’attività fisica che svolgo non rientra esattamente nella definizione di sport, ma mi piace camminare o andare in bicicletta”.

Quali sono i principali fattori che ti motivano? Sono cambiati nel corso della tua carriera?
“Come già detto, la mia prima motivazione è stata l’interesse per lo studio e l’apprendimento delle competenze necessarie per costruire un motore. Con il tempo, ho capito che si tratta di un processo continuo, in cui l’apprendimento e l’acquisizione di conoscenze non hanno mai fine. Inoltre, con un prodotto così complesso come il motore aeronautico, mi sono reso conto di quanto sia importante il lavoro di squadra. Questa è diventata la mia motivazione principale, guidare il team del Reparto di Progettazione, coordinare il lavoro del mio team collaborando con gli altri reparti, non solo a livello professionale. Ho sempre considerato come priorità principale il raggiungimento di un obiettivo comune e sono stato fortunato che i membri del mio team condividessero lo stesso pensiero. Ancora oggi, nel mio lavoro quotidiano, cerco di trasmettere questi valori  ai colleghi più giovani”.