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Sei come la mia moto

Non è solo un caso se il DNA professionale di alcuni tecnici specializzati nell’assistenza e manutenzione di motori aerei è arricchito con l’esperienza operativa in campo motociclistico.

May 2019

Un’affascinante consuetudine industriale del ventesimo secolo ha spesso connesso il mondo ciclistico e quello aeronautico grazie a una sorta di legame primordiale. Già con i fratelli Wilbur e Orville Wright, artefici del primo volo della storia moderna, infatti, tale legame è testimoniato dalla prima attività che avviarono a Dayton in Ohio nel 1892: un negozio di biciclette. 

I fratelli Wright non seguirono la tradizionale evoluzione meccanica dalla bici alla motocicletta, approdando direttamente al velivolo dopo la prima decade del ‘900. Mentre la storia di altre aziende europee – a causa dei conflitti mondiali che per vincitori o vinti decretarono rispettivamente evoluzioni o riconversioni industriali – racconta, ad esempio, della tedesca BMW che da una portentosa produzione di motori aerei finì col concentrarsi unicamente sul settore moto e auto diventando il leader mondiale di oggi. Oppure, della ceca Walter Engines che, originariamente dedicata alla produzione di motociclette, nel corso del secolo si specializzò nell’aeronautica fino a diventare oggi il quartier generale di GE Aviation per i motori turboelica.

Così anche l’antologia industriale italiana, coi suoi marchi leggendari, presenta analoghe e suggestive storie: ad esempio, l’attuale Piaggio Aerospace che è notoriamente connessa allo scooter più famoso del mondo, la mitica MV Augusta che proviene dallo stesso nucleo familiare dell’attuale Leonardo Elicotteri (ex Augusta Westland), o la celebre Aermacchi che con i suoi velivoli contribuì alla gloriosa storia dell’Aeronautica Militare per poi, dagli anni 50 alla fine dei 70, segnare il mercato motociclistico con avanguardia (arrivando persino alla joint venture con Harley-Davidson durata più di dieci anni).

Quando nel 2016 Fabio Zoppo, all’età di 27 anni, entrò in Avio Aero a Pomigliano per lavorare sui motori aeronautici, forse non aveva ancora fatto caso a certi intrecci storico-industriali. Ma in qualche modo, il suo DNA professionale già li incarnava per effetto delle sue precedenti esperienze meccaniche.

Sì, perché Fabio fin dall’età di 15 anni ha nutrito una sfrenata passione per i motori e per il motociclismo, riuscendo con determinazione a vivere da protagonista tecnico il mondo da sempre sognato. “Da ragazzino, mentre studiavo per il diploma di perito elettronico, cercavo di dedicarmi a corse ed officine motociclistiche appena potevo”, dice oggi che ricopre il ruolo di Service Operator e lavora sulle trasmissioni di potenza TP400 per il gigantesco Airbus A400m.  

“A 19 anni - grazie a Raffaele De Rosa, mio amico pilota di moto GP e Moto2, oltre che campione di Supertock 1000 - cominciai a lavorare nel Campionato mondiale Superbike, nella categoria Supersport dove si corre con motori da 600 fino a 1000 di cilindrata”, continua Fabio che fin da giovanissimo, dopo aver lavorato in campionati minori del circuito motosport, si cimenta coi ritmi forsennati delle corse. È una palestra professionale fatta di interventi in tempi strettissimi, massima affidabilità dei motori, decisioni da prendere in fretta e meccanica di precisione. 

In questo settore Fabio trascorre tre anni, entrando anche nel team della Suzuki con la qualifica di Capo meccanico e lavorando su moto che gareggiano nel Campionato Italiano Velocità (CIV). A quel punto, nel 2015, la sua esperienza attraversa la prima evoluzione, guarda caso, caratterizzata dall’intreccio tra aeronautica e motociclismo. “All’epoca entrai in un’azienda campana che progettava elicotteri ultra-leggeri, nella fattispecie, lavorai su un progetto sperimentale che prevedeva l’installazione di un motore Moto Guzzi 1200 a bordo di un elicottero.”

"A 19 anni grazie al mio amico pilota cominciai a lavorare nel Campionato mondiale Superbike, nella categoria Supersport dove si corre con motori da 600 fino a 1000 di cilindrata"

E poco meno di un anno dopo, in parallelo con la prima esperienza tra le macchine volanti, si presenta l’opportunità di applicare per una posizione da specialista meccanico per la revisione e manutenzione di motori e componenti aerei in Avio Aero a Pomigliano. “Ho pensato di provarci immediatamente” dice Fabio, “perché affianco all’amore per la motocicletta ho sempre avuto anche il desiderio di operare su un motore aereo”.

Per chi lavora nella meccanica tradizionale, ovvero su mezzi di trasporto stradali, passare al settore dell’aviazione è una sorta di salto di qualità tecnologico, un livello successivo. “Sicuramente i nostri tecnici e operatori che provengono da officine o fabbriche in cu si lavora su motori per il trasporto su ruota, condividono generalmente lo stesso vocabolario tecnico, hanno una base d’esperienza che è significativa anche per l’industria aeronautica” spiega Sabatino Covone, responsabile dell’area CRO (Component Repair and Overhaul) a Pomigliano.

“Molto spesso chi ha lavorato nel settore della meccanica motoristica tradizionale ha più familiarità, confidenza di chi proviene magari dal settore aeronautico, ma si è occupato di strutture aerodinamiche, alari o fusoliere” aggiunge Covone. Per il responsabile dell’area, inoltre, requisiti essenziali per lavorare in un “service shop” come quello di Avio Aero sono “una predisposizione a lavorare in team (fondamentale nel service), essere disponibile a imparare continuamente e avere una grande passione tecnica abbinata a flessibilità”. 

"Accanto all’amore per la motocicletta ho sempre avuto anche il desiderio di operare su un motore aereo: passare al settore dell’aviazione rappresenta un salto di qualità per un meccanico esperto"

Infatti, l’area CRO a Pomigliano testimonia ancora oggi il perdurare del legame tecnologico-meccanico che unisce motociclismo e aviazione. Nel recente passato della sede napoletana, oltre a Fabio, alcuni altri professionisti provenienti dal motociclismo hanno aspirato a ciò che viene considerato “il punto più alto della meccanica”. È quello che sembrano pensare questi tecnici innamorati del proprio mestiere: il passaggio dai settori del trasporto tradizionale a quello del volo richiede grande senso di responsabilità, ad esempio, se si pensa che il numero di passeggeri dalla strada al cielo cresce notevolmente e perciò aumenta di complessità. 

“Con i mezzi di trasporto tradizionali, e relativi motori che viaggiano via terra, ci si abitua abbastanza rapidamente, si prende parecchia confidenza” spiega Fabio confermando le parole di Covone. “E l’approccio meccanico non cambia radicalmente quando si passa al motore aereo, per quanto la complessità delle parti sia più elevata e le applicazioni finali siano di tutt’altro genere. Ciò che cambia è che si opera sul motore del mezzo di trasporto più sicuro al mondo”. 

Per questo, l’attenzione ai dettagli, la cura per ogni singola operazione, in campo aeronautico è ancor più elevata, secondo l’esperienza di Fabio che sin dal primo giorno ha avvertito la suprema incidenza di sicurezza e qualità nel suo lavoro. “Semmai capitasse un problema al motore in volo, non puoi fermarti e accostare”, conclude Fabio senza fare una piega. 

Moto race pictures are courtesy from Fabio Zoppo's private album.